Federico Maria Prete, senior manager di Generali Italia, spiega i vantaggi per le Pmi e l’importanza della protezione
Entro il 31 dicembre, dunque tra poco più di un mese, giorno più, giorno meno, tutte le imprese italiane dovranno dotarsi di una polizza assicurativa obbligatoria contro i rischi catastrofali. La nuova disposizione, prevista dall’art. 1, comma 101 della legge 213/2023 (legge di bilancio 2024), nasce come risposta agli eventi catastrofici che hanno recentemente colpito l’Italia, rendendo necessario un intervento rapido e garantito per la protezione delle aziende.

Vuoi capire meglio di che si tratta e come potrà influire sulla tua azienda? Abbiamo intervistato Federico Maria Prete, Global Solution senior manager di Generali Italia, per offrirti tutte le informazioni e gli strumenti utili per affrontare al meglio l’importante novità.
Cosa copre la polizza obbligatoria contro i rischi catastrofali?
«La polizza è pensata per coprire i danni causati da calamità naturali di elevata intensità, come terremoti e alluvioni. L’obiettivo è permettere alle imprese di accedere a risarcimenti tempestivi, senza doversi affidare esclusivamente ai fondi statali, spesso insufficienti. La mancata sottoscrizione della polizza potrebbe comportare per le aziende pesanti sanzioni ed escluderle da agevolazioni pubbliche, con conseguenze rilevanti soprattutto per le Pmi locali, come quelle pugliesi».
Che cambia per le imprese italiane e quali sono i principali vantaggi, soprattutto per quelle pugliesi?
«L’introduzione di questa polizza obbligatoria rappresenta un cambio di paradigma nella gestione del rischio per le aziende. Adottare tali coperture significa avere una sicurezza aggiuntiva per fronteggiare eventi straordinari, proteggendo la continuità aziendale e le risorse necessarie per ripartire. Le Pmi, specialmente del Sud Italia e della Puglia, possono trarre un beneficio significativo dall’assicurarsi contro i rischi catastrofali. Si parla di una copertura che permette loro di affrontare con maggiore serenità eventi distruttivi e riduce la dipendenza da fondi di emergenza statali, garantendo liquidità immediata per il ripristino delle attività».
Come funziona? C’è la possibilità di selezionare la copertura più adatta o è fissa?
«La normativa consente alle imprese di scegliere tra diversi livelli di copertura, adattando le polizze alle proprie esigenze specifiche. Ciò offre flessibilità e la possibilità di trovare soluzioni su misura, in base alle caratteristiche e alla vulnerabilità della propria attività».
Sono previste sanzioni per le aziende che non si conformano?
«Sì, la mancata conformità alla legge potrebbe comportare sanzioni economiche rilevanti e l’esclusione da agevolazioni e contributi pubblici, come ho già spiegato e desidero sottolineare, creando dunque difficoltà aggiuntive per le imprese non assicurate».
Crede che queste misure siano efficaci nel garantire la compliance?
«Assolutamente, penso che siano efficaci, soprattutto se accompagnate da campagne di sensibilizzazione e da agevolazioni che incoraggino le aziende ad assicurarsi. La chiave è promuovere la consapevolezza dell’importanza della protezione contro i rischi naturali».
In base alla sua esperienza, come valuta l’impatto sulle imprese, tenendo conto che fino a ora non avevano previsto una protezione per i rischi naturali?
«L’impatto sarà significativo, nello specifico per le imprese che non avevano mai valutato una protezione simile. Tuttavia, potrebbe rappresentare un’opportunità per comprendere meglio il valore della prevenzione e rafforzare la resilienza aziendale».
Per facilitare l’accesso alla polizza, si è pensato ad agevolazioni particolari, così da andare incontro alle aziende?
«Posso parlare naturalmente per la Generali, che rappresento. Si è pensato a trattamenti dedicati che includono condizioni vantaggiose sia a livello di costo che di consulenza specifica. In particolare, laddove si parla di imprese associate a enti. Tale approccio garantisce un supporto rapido e mirato, facilitando l’adesione alla polizza e promuovendo una cultura della prevenzione e della protezione aziendale».
Oltre alla polizza contro i rischi catastrofali, in quale altro modo le imprese possono essere supportate con efficienza nel campo della gestione del rischio?
«Continuo a parlare naturalmente di Generali, che offre anche servizi di consulenza per la valutazione dei rischi e programmi di formazione per la gestione proattiva delle emergenze, supportando le imprese nell’implementare piani di continuità operativa».
Come vede il futuro del settore assicurativo in Italia alla luce delle nuove normative e degli eventi climatici estremi? Ci sono tendenze emergenti che le aziende dovrebbero considerare?
«Il settore assicurativo sarà sempre più orientato alla protezione dai rischi climatici, con polizze che si adattano a un contesto in costante evoluzione. Le aziende dovranno considerare approcci integrati di gestione del rischio, puntando a soluzioni più flessibili e personalizzate».
Qual è il messaggio che desidera trasmettere alle imprese riguardo alla necessità di assicurarsi contro i rischi catastrofali?
«Il messaggio è chiaro: la protezione contro i rischi catastrofali non è più una scelta, ma una necessità per garantire la continuità operativa. Investire nella prevenzione significa proteggere il futuro dell’azienda e salvaguardare il proprio capitale umano e strutturale».
In conclusione, l’obbligo di dotarsi di una polizza assicurativa contro i rischi catastrofali rappresenta una svolta fondamentale per le imprese italiane. Questa misura, oltre a proteggere le aziende da eventualità impreviste, offre uno strumento concreto per garantire una maggiore sicurezza e continuità operativa. Come evidenziato nell’intervista, l’opportunità di personalizzare la copertura e accedere a vantaggi esclusivi per le Pmi rappresenta un’importante occasione per rafforzare la resilienza aziendale.
Non lasciare la tua impresa impreparata di fronte ai rischi naturali. Agisci subito: assicurati di avere una copertura adeguata per garantire il futuro della tua attività e il benessere dei tuoi collaboratori. E, soprattutto, tieni conto che il 31 dicembre è ormai vicino. Ricordiamo che il riferimento è l’art. 1, comma 101 della legge 213/2023 (legge di bilancio 2024). Qui il link diretto, se vuoi prenderne visione.
di Anna Colazzo