I green jobs in Italia, ormai oltre un terzo delle assunzioni programmate, sono la chiave della transizione ecologica e al centro della trasformazione economica. Ma più della metà dei profili richiesti dalle imprese resta difficile da trovare.
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- Formarsi per la transizione verde: tecnici energetici e consulenti ambientali in prima linea
- Boom dei lavori verdi, le cifre da conoscere
- Quali sono i green jobs più richiesti in Italia nel 2025?
- Che requisiti bisogna avere per entrare nei lavori sostenibili
- Quali percorsi formativi aprono maggiori prospettive?
- Perché per l’innovazione green contano le competenze?
- In che modo digitale e green economy portano benefici alle imprese?
- Trasformare la sfida in un’occasione
Formarsi per la transizione verde: tecnici energetici e consulenti ambientali in prima linea
Boom dei lavori verdi, le cifre da conoscere
Nel 2024 le imprese italiane hanno cercato quasi 1,9 milioni di professionisti green, pari a oltre il 34% delle entrate programmate. Questi lavori verdi in Italia comprendono sia figure nuove sia professioni tradizionali chiamate a innovarsi con nuove competenze. Ovvero, capaci di guidare la transizione ecologica, integrare tecnologie digitali e materiali sostenibili, innovare processi e filiere. La domanda cresce, ma oltre la metà di questi profili è difficile da reperire.
Quali sono i green jobs più richiesti in Italia nel 2025?
La domanda di professionalità orientate alla sostenibilità è ormai trasversale e tocca più settori. Nell’edilizia l’attitudine green non è più un’opzione, bensì un requisito: i tecnici delle costruzioni civili sono richiesti nel 66,6% delle assunzioni, mentre per i tecnici della gestione dei cantieri edili la percentuale è del 65,7%.
Lo stesso vale in altri ambiti. La competenza risulta decisiva per i tecnici meccanici (67,1%), gli specialisti in scienze economiche (66,4%) e gli ingegneri energetici e meccanici (65,6%).
Che requisiti bisogna avere per entrare nei lavori sostenibili
Alle imprese servono figure in grado di coniugare competenze digitali, tecnologie a basso impatto e uso di nuovi materiali per accompagnare la transizione ecologica. Lo evidenzia il volume “Le competenze green” del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, relativo al 2024.
Quali percorsi formativi aprono maggiori prospettive?
Le richieste sono elevate tra i profili con una formazione tecnologica superiore. In particolare, per il 90,2% delle entrate si parla di titolo Its Academy (soprattutto settori energia, sistema casa e ambiente costruito, sistema moda, chimica e nuove tecnologie della vita). Ma la domanda resta comunque significativa pure per chi ha qualifica e/o diploma professionale (85,3%), laurea (84,3%) o diploma secondario (82,7%).
Tra i percorsi universitari, oltre all’ingegneria energetica e meccanica, spiccano altri indirizzi: industriale, civile e architettura. E, ancora, ecco le scienze biologiche e biotecnologie, i corsi in ambito agrario, agroalimentare e zootecnico e le scienze della terra.
Perché per l’innovazione green contano le competenze?
Insomma, servono “nuove energie”. I dati presentati all’inizio di questo articolo parlano di soli, sottolineati peraltro dal presidente di Unioncamere, Andrea Prete, nel suo intervento a “I colori dell’energia”, a Brindisi in questi giorni. “La transizione energetica rappresenta una delle più profonde trasformazioni economiche e industriali del nostro tempo – ha detto -. Si tratta di ripensare interi processi produttivi, di innovare filiere, di costruire nuove competenze”.
In che modo digitale e green economy portano benefici alle imprese?
La spinta verso la sostenibilità e i green jobs in Italia passa attraverso step concreti e iniziative condivise che aiutano imprese e territori ad affrontare la transizione. Ne sono un esempio i Punti impresa digitale. “Attraverso i Pid mettiamo a disposizione delle Pmi strumenti e consulenze per integrare tecnologie digitali ed energie rinnovabili nei propri processi – ha continuato Prete -. Dal 2021, il sistema camerale è inoltre impegnato in attività a favore delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer)”.
Chiaro l’obiettivo: favorire comunità in cui cittadini, imprese ed enti collaborino per produrre energia pulita da fonti rinnovabili, da utilizzare per il proprio fabbisogno. “Sono 410 gli eventi realizzati con quasi 7.500 partecipanti, oltre 6.700 gli imprenditori che hanno ricevuto supporto operativo attraverso le partecipazioni a desk one to one, 111 i tavoli di progettazione territoriale realizzati e tre le Camere di commercio che già aderiscono a una Cer”, ha concluso il presidente.
Trasformare la sfida in un’occasione
I green jobs in Italia rappresentano la chiave per una crescita duratura. Per le imprese è fondamentale attrarre competenze green Pmi e investire in lavoro e sostenibilità in Italia. La sfida è trasformare la mancanza di profili in una grande occasione di innovazione e sviluppo.
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