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    Lavoro nel 2025: commercio, ristorazione, ricettività

    Nel 2025, i settori del commercio, della ristorazione e dell’alloggio affronteranno una grave carenza di personale: sono quasi 260mila i lavoratori difficili da reperire. Un aumento del 4% rispetto al 2024 rappresenta un serio ostacolo per le performance di questi comparti e per il mercato del lavoro, con il rischio di frenare il prodotto lordo dell’intero sistema economico italiano.

    Leggi l’articolo per capire perché mancano lavoratori, chi viene cercato e come formarsi per trovare lavoro!

    Le figure più richieste per lavorare nel commercio e nella ristorazione

    Iniziamo dai profili oggi più difficili da reperire, quelli che offrono le maggiori possibilità di trovare lavoro nel 2025. Commessi professionali e figure specializzate: nel commercio mancano quelli chiave. Nel primo caso, i più difficili da reperire sono gli addetti alle vendite nel settore moda e abbigliamento. Nel secondo si tratta di macellai, gastronomi e addetti al pesce nel dettaglio alimentare.

    Per la ristorazione, la carenza riguarda camerieri di sala, barman, cuochi/pizzaioli, gelatai. Infine, nelle strutture ricettive, si ricercano cuochi, camerieri, addetti alla pulizia e al riassetto delle camere. Il tutto per una platea di 258mila lavoratori introvabili, insomma suppergiù 260mila.

    Non solo. “Tenendo conto delle già insoddisfacenti prospettive di crescita e delle diffuse incertezze e fragilità che contraddistinguono lo scenario internazionale, da ultimo la minaccia dei dazi americani, il problema di trovare lavoratori qualificati è un lusso che il nostro Paese non si può proprio permettere”: a sottolinearlo è una nota di Confcommercio sulle potenziali carenze di lavoratori dipendenti nel 2025 in alcuni settori del terziario di mercato.

    Perché mancano lavoratori e quali sono le cause del calo dell’occupazione

    Dopo aver visto dove si concentra la domanda, cerchiamo di capire perché è così difficile trovare personale qualificato. Tra le principali ragioni di tale deficit, si evidenziano cause strutturali come il calo demografico nelle fasce più giovani della popolazione, che ha visto una riduzione di 4,8 milioni di individui tra il 1982 e il 2024 nella fascia di età tra i 15 e i 39 anni. Vi si aggiunge una progressiva scarsità di figure con conoscenze, abilità e competenze adeguate, nonché i cambiamenti nelle preferenze occupazionali da parte dei potenziali lavoratori e la ridotta disponibilità alla mobilità territoriale.

    Formazione e politiche attive: come prepararsi per il lavoro di domani

    Le competenze contano. Ecco cosa serve ai giovani per affrontare il mercato e ottenere un impiego stabile e qualificato. Sempre da parte di Confcommercio: “Per favorire l’incrocio fra domanda e offerta di lavoro è necessario rafforzare le politiche attive, con interventi strutturali e trasversali che puntino all’accrescimento delle competenze, delle capacità e delle prospettive occupazionali. Le imprese devono, dunque, essere supportate nella formazione per poter contare su una forza lavoro qualificata e in possesso delle competenze non solo tecniche e specialistiche, ma anche di carattere trasversale, fondamentali per governare il cambiamento”.

    La chiave di volta per affrontare questa sfida è potenziare il legame tra formazione e settore produttivo. In questo modo, si faranno emergere i bisogni delle aziende, si motiveranno i giovani e si offriranno opportunità pratiche. Stage, tirocini e apprendistati che uniscono infatti formazione e lavoro, migliorando l’occupabilità.

    Ccnl Terziario: nuove regole per valorizzare il lavoro nel commercio e nei servizi

    Anche i contratti collettivi possono favorire l’inserimento lavorativo e migliorare le condizioni di impiego nei settori più esposti. Una considerazione sul ruolo delle parti sociali firmatarie dei Ccnl. “Ad esempio – concludono da Confcommercio – nel rinnovo del Ccnl Terziario, che è il contratto più diffuso in Italia e che riguarda 2 milioni e mezzo di lavoratori del commercio e dei servizi, è stato svolto un importante lavoro di ristrutturazione della classificazione del personale”. Ciò è stato pensato proprio per meglio inquadrare, secondo le istanze del mercato, le professionalità impiegate nelle aziende che applicano il contratto.

    In conclusione, la carenza di lavoratori qualificati nei settori del commercio, della ristorazione e dell’alloggio è una sfida urgente. Per venirne fuori, è necessario unire gli sforzi di formazione, politiche attive e collaborazioni tra istituzioni, imprese e parti sociali. Il legame tra formazione e lavoro è imprescindibile.

    Se cerchi un impiego, è il momento giusto per capire dove investire su te stesso (clicca qui per trovare ispirazione). Nel blog abbiamo già trattato il tema lavoro e formazione:

    a cura della redazione

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