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    Stefano Scarpa: “Parità di genere, ecco perché certificarsi conviene”

    L’accreditamento delle certificazioni sta trasformando il panorama delle politiche sociali e delle opportunità aziendali. Un esempio concreto è quella per la parità di genere, secondo la prassi di riferimento UNI/PdR 125. Ha visto un’impennata di richieste nel precedente bando e ora torna con nuove agevolazioni. Dal 26 febbraio al 18 aprile, le imprese e i titolari di partita Iva – novità di quest’anno – possono accedere ai contributi per ottenerla.

    La misura, finanziata dal Pnrr e promossa dal Dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, è attuata in collaborazione con Unioncamere. Come accennato, oltre che per le Pmi, la novità è l’estensione dell’accesso a tutti i titolari di partita Iva. Il bando definisce i criteri e le modalità per ottenere i contributi per i servizi di assistenza tecnica e accompagnamento (sotto forma di tutoraggio) e per i servizi di certificazione della parità di genere.

    L’obiettivo della certificazione è la promozione della parità di genere e dell’empowerment femminile all’interno delle aziende. Essa favorisce l’accesso delle donne al mercato del lavoro, alle posizioni di leadership e alla conciliazione tra vita privata e professionale. La certificazione, quindi, promuove l’uguaglianza e stimola la crescita aziendale con la creazione di ambienti di lavoro più inclusivi e produttivi.

    Ma cosa significa davvero certificarsi e quali vantaggi offre? Lo abbiamo chiesto a Stefano Scarpa, direttore di MSCert, organismo di certificazione, accreditato da Accredia per il rilascio delle certificazioni ai sensi della prassi di riferimento UNI/ PdR 125:2022 e nel processo di accreditamento.

    Scopri, nell’intervista al consulente, perché la certificazione per la parità di genere è fondamentale per inclusione e crescita aziendale!

    Stefano Scarpa

    Perché scegliere la certificazione per la parità di genere?

    «La certificazione del sistema di gestione per la parità di genere è una delle misure chiave del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Per incentivarne l’adozione sono stati previsti fondi per coprire i costi di assistenza tecnica e accompagnamento alla certificazione per le Pmi. Il supporto economico permette alle piccole e medie imprese di accedere facilmente a tale opportunità, rendendo la certificazione più accessibile anche a realtà aziendali di dimensioni contenute».

    Come funziona il sistema di certificazione?

    «Il sistema di certificazione della parità di genere è in pieno sviluppo. Tramite la raccolta dei dati si sta monitorando l’andamento di questa misura, con particolare attenzione ai valori dei Kpi (Key performance indicators) delle aziende certificate. I dati vengono raccolti nel sistema informativo del Dipartimento per le Pari opportunità e inviati periodicamente alla Commissione europea. Inoltre, la trasparenza delle informazioni raccolte favorisce una maggiore accountability per le aziende certificate, che sono chiamate a rendicontare con regolarità i loro progressi».

    Successo della certificazione nel mondo imprenditoriale

    «La certificazione per la parità di genere ha guadagnato terreno in tempi brevi, posizionandosi al quarto posto tra le certificazioni più richieste dalle aziende. Con 51 organismi accreditati e oltre 5.700 aziende certificate, sta facendo registrare numeri impressionanti. La Lombardia e il Lazio la fanno da padrone contando oltre 3.000 aziende certificate, la Puglia che ne conta circa 600. L’accreditamento delle certificazioni è uno strumento potente per promuovere l’equità di genere nel mondo del lavoro, soprattutto in tempi come questi. Tale cambiamento riflette una crescente consapevolezza delle imprese sull’importanza di integrare la parità di genere quale valore strategico, oltre che sociale, nella loro gestione».

    Parliamo della Puglia e di Lecce in particolare: abbiamo numeri di riferimento?

    «Gli organismi accreditati ai sensi della prassi UNI/PdR 125 con sede nella regione sono 3, di cui un solo organismo in provincia di Lecce. A oggi il totale delle certificazioni aziendali di società in riferimento alla UNI/PdR 125 presenti sul territorio leccese sono circa 130. Anche noi, MSCert, organismo, abbiamo implementato il sistema di gestione della parità di genere, che vede coinvolta Alessandra Pastore nel Comitato guida parità di genere, figura femminile rappresentativa della “gender equity”».

    Parametri per valutare inclusione e parità di genere

    «La UNI/PdR 125:2022 si fonda su sei aree cruciali, utilizzate per valutare il grado di inclusione e parità di genere nelle aziende. Sono Cultura e Strategia, Governance, Processi di gestione delle risorse umane, Opportunità di crescita e inclusione delle donne, Equità remunerativa, Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. Ogni area viene monitorata attraverso Kpi specifici, che consentono alle imprese di misurare con precisione i progressi in termini di inclusione e pari opportunità. Questi forniscono alle aziende un quadro chiaro di dove si trovano rispetto agli obiettivi prefissati e le aree da migliorare».

    Incentivi e opportunità di finanziamento

    «Il Pnrr ha stanziato fondi per supportare le imprese nel processo di certificazione. Si parla di 2,5 milioni di euro per servizi di assistenza tecnica e 5,5 milioni di euro per coprire i costi di certificazione. Unioncamere, attraverso avvisi pubblici, ha aperto a diverse opportunità di finanziamento, inclusi contributi diretti per le Pmi che vogliono ottenere la certificazione. Tali risorse sono essenziali per abbattere le barriere economiche che potrebbero ostacolare l’accesso delle piccole e medie imprese a una certificazione che, seppur fondamentale, potrebbe risultare inizialmente onerosa per realtà con risorse limitate».

    Nuovo avviso: agevolazioni per i titolari di partita Iva

    «Con il nuovo avviso, le agevolazioni sono destinate ai possessori di partita Iva, operanti in Italia. Sono previste due linee di agevolazioni. Una riguarda l’assistenza tecnica e accompagnamento ed è prevista l’assegnazione di un contributo per ciascun soggetto (imprese e professionisti) fino a 2.048 euro sotto forma di servizi, finalizzati a trasferire ai beneficiari della misura competenze specialistiche e strategiche per la certificazione della parità di genere. L’altra agevolazione è per il rilascio della certificazione e prevede l’assegnazione di contributi fino a 10.245 euro sotto forma di servizi di certificazione della parità di genere erogati dagli Organismi di certificazione iscritti nell’apposito elenco».

    Vantaggi e benefici della certificazione

    «La certificazione per la parità di genere offre numerosi vantaggi. Partiamo dalla premialità nei bandi pubblici: le aziende certificate possono ottenere punteggi premiali nelle gare d’appalto, migliorando la loro competitività nel settore pubblico. Riguardo poi agli sgravi contributivi, è prevista una riduzione sul totale, un incentivo importante per le imprese».

    É evidente, a questo punto, che la certificazione per la parità di genere non solo promuove l’inclusione e l’equità, ma anzitutto offre alle aziende vantaggi concreti, favorendo un ambiente di lavoro giusto e sostenibile. Grazie agli incentivi e al monitoraggio delle performance, le imprese hanno ora una grande opportunità di distinguersi nel loro impegno verso un futuro più equo, che può tradursi anche in un vantaggio competitivo significativo. Con il supporto economico disponibile e l’approvazione del sistema di certificazione, le aziende possono cogliere l’occasione per migliorare se stesse, contribuendo allo stesso tempo al progresso sociale di proiezione verso il futuro.

    Sul sito unioncamere.gov.it è possibile reperire le informazioni inerenti l’avviso pubblico inerente l’accesso ai contributi sotto forma di voucher. Qui si trova la sezione specifica “certificazioneparitadigenere” dove, oltre all’avviso, sono anche riportate le circolari esplicative. Altri articoli sono presenti nel nostro blog (clicca qui).

    di Anna Colazzo

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