lunedì, Giugno 16, 2025
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    Successo condiviso: cooperare fa volare l’impresa

    Vuoi costruire anche tu un’impresa che abbia senso, che duri, che non tradisca chi sei? Parliamo di una storia vera, concreta, che può diventare anche la tua. Cominciamo con una domanda essenziale: cosa succede quando un gruppo di colleghi sceglie di non arrendersi alla chiusura della propria azienda, ma decide di ripartire, insieme? Nasce un progetto imprenditoriale che non mette al centro il profitto, ma le persone. Ed è qui che entra in gioco il tema della storia di oggi: il successo condiviso, fondato sui legami autentici.

    Scopri come una piccola cooperativa può diventare un modello per chi vuole costruire qualcosa che duri. Leggi una testimonianza concreta, umana, reale e inizia a immaginare il tuo percorso!

    A raccontare il loro viaggio sono Massimo Caprioli e Vincenzo Maggio, amici prima di tutto, poi colleghi, amministratori e responsabili tecnici di CV Sistemi, nata da un gesto di fiducia e divenuta esempio autentico di crescita collettiva. La nostra idea non è di promuovere un’azienda. È di ispirare chi sogna di creare valore partendo da qualcosa di più potente del capitale: le persone.

    Quando un’idea diventa casa

    Tutto comincia con uno sguardo. Uno di quegli sguardi che dicono più di mille parole. Un gruppo di amici, ex colleghi, si ritrova davanti a un bivio: lasciare che un’azienda amata chiuda per sempre o provare a salvarla, insieme. Sceglieranno la seconda via. Non per ambizione, ma per affetto. Non per calcolo, ma per visione.

    Quella decisione, nata da un gesto d’amore e da una fiducia profonda, ha dato vita a qualcosa che va oltre l’impresa. CV Sistemi, riferimento nel settore delle soluzioni informatiche per il commercio, è prima di tutto una casa fatta di relazioni, responsabilità e coraggio. È esempio concreto di successo condiviso. Ecco perché questo racconto vale per chiunque voglia iniziare un percorso imprenditoriale partendo non dal denaro, bensì dai valori.

    Team di CV Sistemi
    Il team completo di CV Sistemi (al centro, da sinistra, Massimo Caprioli e Vincenzo Maggio)

    Come si crea un’impresa che mette prima le persone?

    «Nel nostro caso, tutto è nato da un gesto d’amore. L’azienda in cui lavoravamo stava per chiudere. Ma per noi non era solo lavoro. Era un ambiente dove avevamo costruito amicizie, condiviso momenti di vita. Non potevamo lasciarla morire. Abbiamo fatto una scelta coraggiosa: ricominciare, insieme. Non c’erano capitali, solo la voglia di non perdere ciò che ci univa».

    Massimo, da dove nasce davvero un progetto imprenditoriale? Può essere un sogno a fare la differenza?

    «Assolutamente sì. Ho sempre coltivato il sogno di avere e di realizzare un ambiente di lavoro a dimensione familiare, dove si intrecciano legami e amicizie indissolubili nel tempo. Ho gioito per la nascita e poi per il matrimonio di un figlio, di un nipote, per l’adozione di un cane di qualche mio collega. Oggi, addirittura, quei figli che ho visto nascere, crescere e diventare uomini, sono miei colleghi. Lavorano con me in quello stesso ambiente in cui ho cercato di insegnare a coltivare la passione e l’umiltà, per costruire relazioni autentiche di quotidianità e nell’ottica del bene comune».

    Vincenzo, come si cresce in un’azienda “cooperativa”, ovvero coesiva?

    «Condividendo tutto, anche la fatica. Quando abbiamo cominciato, non c’erano capitali o investitori. C’erano stampanti da montare già alle prime ore della mattina, software da installare e clienti da ascoltare anche fuori orario. Abbiamo fatto tutto da soli. Ma non ci siamo mai sentiti soli. Ogni piccolo risultato è stato costruito insieme. La crescita è arrivata così, pezzo dopo pezzo, grazie alla fiducia reciproca».

    In un mondo competitivo, può ancora funzionare un modello cooperativo?

    «Non solo può funzionare. Può vincere. Noi siamo la prova. Invece di dividerci, ci siamo uniti. Abbiamo trasformato un problema in un’opportunità. Ogni decisione, ogni azione è stata condivisa. E questo ci ha dato forza allora e continua a farlo tuttora. Nessun fondo esterno, nessuna scorciatoia. Solo lavoro, ascolto e fiducia reciproca».

    Che cos’è, per voi, il successo condiviso?

    «È quando il bene del singolo coincide con quello di tutti. Il successo condiviso non è profitto. È comunità, è sentirsi parte di un progetto, è sapere che la tua felicità dipende pure dalla felicità degli altri. Solo avendo in mente questi obiettivi si genera valore duraturo per tutti, non unicamente per il singolo».

    Massimo, come vivete la diversità all’interno del team?

    «Dopo quarant’anni in questo mondo la frase che uso spesso e che mi rappresenta è “il mondo è bello perché è vario“. Mi riferisco a tutto, contesto lavorativo, colleghi, clienti, sociale, amicizie. Le differenze arricchiscono. Se l’avessimo a mente nelle situazioni di conflitto, vivremmo in un ambiente migliore. È un’utopia? Forse. Proviene dalla mia formazione scout, essendo presidente Sezione Cngei Lecce Aps».

    Quali sono i pilastri di questo modello d’impresa?

    «L’umanità anzitutto, per noi è la prima della gerarchia. Poi l’innovazione al servizio delle persone, il cliente visto come relazione e non come transazione, la formazione continua, sia tecnica sia umana. Il tassello fondamentale è che il lavoro è uno spazio di crescita, non solo di produzione. Sembra semplice, ma ci vuole impegno ogni giorno per restare fedeli a questi principi».

    Vincenzo, c’è un messaggio che racchiude il vostro modo di affiancare il cliente nel tempo?

    «Crediamo che la tecnologia è il mezzo, non il fine. Quello che conta davvero è esserci. Pertanto l’assistenza è il nostro cuore. Essere presenti, risolvere i problemi subito, conoscere i nomi delle persone. Installiamo POS, bilance, software gestionali. Ma quello che offriamo davvero è fiducia. Per questo i clienti restano. E per questo lavoriamo in settori molto diversi, cioè retail, lavanderie, ristorazione, stabilimenti balneari».

    Come si trasmettono i valori aziendali?

    «Col tempo, con l’esempio. La passione si coltiva ogni giorno. L’umiltà si impara nel confronto. Le relazioni si costruiscono nella quotidianità. Noi non formiamo solo tecnici, ma persone. E cerchiamo di farlo offrendo un ambiente dove i gesti hanno un senso. Dove il bene comune non è uno slogan, ma una pratica concreta. Insomma, passione, umiltà, relazioni autentiche, senso del bene comune sono i valori preminenti».

    Che consiglio dareste a chi vuole fare impresa oggi?

    «Di non avere fretta, di partire dalle persone e di coltivare la fiducia, prima del business plan. Le competenze si imparano, ma i valori si scelgono. Se oggi vediamo accanto a noi i “ragazzi” che abbiamo visto crescere, sappiamo di aver costruito qualcosa che vale. Un unico consiglio, di cercare di condivide la propria visione. Perché si può fallire anche da soli, però per costruire serve sempre qualcuno accanto».

    Insomma, quando un progetto nasce da una visione condivisa, anche il successo assume un significato diverso. Non serve inventare qualcosa di nuovo: basta scegliere con coerenza di resistere alla logica del profitto individuale, puntando su ciò che oggi è davvero raro — fiducia, ascolto, relazioni autentiche.

    ✍️ La voce delle Pmi

    blog di Pmi servizi & formazione

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